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La sindrome dello Yo-Yo: tra caos e perfezione

Se siete tra quelle persone che nel corso della vita hanno fatto innumerevoli diete alternando rigida disciplina, perdita di peso a iperalimentazione e successiva ripresa dei chili persi, fate parte della folta schiera degli yo-yo.

Una moltitudine di uomini e donne (ma più donne), ossessionata dal peso corporeo, che le ha provate tutte pur di raggiungere la forma ideale. Queste persone prediligono le diete restrittive, spesso le chetogeniche che consentono un dimagrimento veloce ma, nel giro di uno o due anni, i chili persi tornano al loro posto e spesso con gli interessi.

Perché “dello Yo-Yo”?

La sindrome dello yo-yo, così chiamata in riferimento al famoso gioco cinese, è una continua oscillazione del peso corporeo, una rapida e drastica alternanza tra perdita di peso e il suo recupero.

Questo avviene di solito in seguito a diete ipocaloriche restrittive che inducono il corpo a posizionarsi in uno stato di “allerta carestia”, cioè tende a conservare le riserve di grasso e a bruciare meno rallentando così il metabolismo. Questo induce a riprendere velocemente peso una volta tornati ad un’alimentazione normocalorica e a rendere sempre più difficile il dimagrimento.

Hai la sindrome dello Yo-Yo?

Infatti, una caratteristica di queste persone sta nel fatto che, avendo seguito numerose diete, diventano dietologi di se stessi: espertissimi di calorie, nutrienti, massa magra e massa grassa, affrontano ogni nuovo percorso con scetticismo e diffidenza. Difficilmente si affidano, tendono a fare di testa loro mescolando schemi alimentari precedenti con quelli nuovi, spesso saltano i pasti per ottimizzare la dieta o per compensare eccessi reali o presunti. Questo stato di cose produce molta frustrazione in chi vive questa esperienza, che spesso si ripete continuamente del corso della vita, dando luogo a un vero proprio circolo vizioso che crea malessere e dal quale non è semplice uscire se non si colgono gli atteggiamenti psicologici sottostanti, che non si riferiscono solo al cibo ma a diverse aree della vita.

Ma quali sono le caratteristiche psicologiche del “Tipo Yo-Yo”??

  1. I tipi yo-yo, come ho già detto soprattutto donne, sono in costante conflitto con sé stesse. Una parte di sé rigida, perfezionista, autonoma, organizzata, si contrappone a un’altra parte caotica, disorganizzata, dipendente, inconcludente.
  2. Hanno un pensiero tutto o niente, bianco o nero. Vogliono tutto subito, non sanno stare nelle sfumature e nel divenire, hanno fretta di avere risultati evidenti in tutte le cose che fanno, sono impazienti e frettolose.
  3. Alternano momenti di carica e fiducia in sé stesse, fino alla maniacalità, con momenti di abbattimento, sfiducia, fino alla depressione.
  4. Spesso sono state bambine buone, precocemente responsabilizzate, che hanno rinunciato ai loro bisogni in favore dei bisogni degli altri. In alcuni casi si sono fatte carico di organizzare il caos della propria madre.
  5. Il tipo yo-yo ha un ideale dell’Io che tende alla perfezione: se non posso essere perfetta, allora sono completamente sbagliata. Le basta “sgarrare” una volta durante la dieta per veder crollare quell’idea di ascetismo e perfezione in cui si rifugia allo scopo di controllare le emozioni (anche queste divise tra positive e negative, giuste e sbagliate).

Indole compulsiva o controllata?

Per lei fermarsi non è possibile e quindi cadere nella deriva degli eccessi e del disordine sarà inevitabile. Questo viaggio negli inferi può durare mesi o anni, fino a quando non si fermerà di nuovo per riprendere il controllo della propria vita. Ma è proprio questo controllo che fa perdere il controllo, il tentativo costante di controllare e reprimere la compulsività a mangiare la rende irrefrenabile: più resisto alle tentazioni e più queste diventano impellenti e travolgenti. (Giorgio Nardone, 2003)

La perfezione è una corda tesa che prima o poi si spezza, per cui è facile saltare da una polarità all’altra, dal tutto al niente.

Cosa può aiutare a fermare questo sali e scendi?

  • Divenire consapevoli del conflitto interiore
  • Disattivare il giudizio
  • Volersi più bene
  • Accettare la propria unicità e rinunciare alla perfezione
  • Ribellarsi più spesso nella vita di tutti i giorni
  • Sviluppare la capacità di regolarsi
  • Imparare a sentire il proprio corpo, il proprio confine, la propria fame, il proprio desiderio

Decidere di farsi aiutare da una/uno psicologa/o può essere il primo cambio di rotta sulla strada dell’equilibrio e del benessere.

Di redazione della Dott.ssa Marzia Vercillo Psicologa e Psicoterapeuta, consulente DCD

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